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Nuovo arredamento ristorante. Certo, è più facile a dirsi che a farsi. Prova a osservare con oggettività la sala del tuo ristorante. Cosa ti comunica? Se la sensazione prevalente è di generale grigiore e/o di vetustà, probabilmente gli interni del locale sono un po’ antiquati. Adesso prova a osservare le reazioni della tua clientela: appaiono stanchi e annoiati rispetto al décor del locale? Non esiste feedback più attendibile: è giunto il momento di rifare il look alla tua attività.
I dubbi che possono affiorare a chi si accinge a cambiare l’arredamento del ristorante sono tanti. Innanzitutto, come muoversi? Da dove cominciare? E soprattutto, come scegliere lo stile più consono alla tipologia di locale senza snaturarne l’identità e confondere la clientela più affezionata?
Arredamento ristorante: Un paio di consigli pratici
Per andare sul sicuro, o quasi, bisogna effettuare almeno due operazioni preliminari, utili a ridurre il margine di rischio.
- Fare molte ricerche. Consulta un gran numero – e soprattutto una gran varietà – di siti Internet, anche stranieri. Procurati delle riviste specializzate, leggi molti libri, magari chiedi una consulenza professionale (anche più di una se non ti senti sicuro: stiamo pur sempre parlando della tua attività, e non puoi permetterti errori). Non lasciare nulla di inevaso fino a quando non avrai le idee chiare.
- Rivolgersi a dei professionisti. Le ricerche preliminari non sono un corso accelerato di progettazione d’interni. Pertanto, una volta conclusa la tua raccolta di informazioni, non pensare di essere diventato un esperto del settore solo perché hai accumulato una pila di riviste di arredamento sul comodino. Rivolgiti comunque a uno specialista, vale a dire un interior designer specializzato in locali pubblici e nello specifico in ambienti destinati al settore della ristorazione. Il principio è sempre lo stesso: stiamo parlando della tua attività, e nulla deve essere lasciato al caso.
Arredamento ristorante: Stili vincenti, originali e innovativi
Ciò premesso, non c’è nulla di male nel definire a priori lo stile più adatto alla nuova configurazione che il tuo locale andrà ad assumere, magari prendendo ispirazione dalle tendenze più fresche, innovative e ricercate del 2018. Vuoi conoscerle più da vicino? Ecco di seguito alcuni suggerimenti.
- Boho chic. Il termine boho è l’abbreviazione di bohémien, e identifica uno stile fintamente trasandato e informale, in realtà estremamente curato in ogni dettaglio. L’idea di fondo è un’evoluzione del classico bistrot francese secondo i dettami del design postmoderno. Dunque: accostamenti anche arditi di colori (con predominanza di rosso, verde, blu, viola, nelle loro varie declinazioni), materiali (legno, ecopelle, velluto e altri tessuti) e complementi di arredo (piante anche di grandi dimensioni, mobili riciclati, manufatti artigianali). L’horror vacui è la cifra principale di questo stile, ma gli elementi non sono collocati alla rinfusa: la ricerca dell’armonia è sempre presente.
- Green furnishing. Non si tratta solamente di arredare un locale con criteri eco-friendly, ma di immergere il cliente in un contesto che rimanda da vicino a un ambiente naturale. Tavoli in legno vivo, sedute che sembrano – e in teoria sono – ricavate da basi di tronco d’albero, verande e terrazze letteralmente rivestite di piante a terra, in vaso o rampicanti. L’ideale per locali che servono cibo bio e/o a chilometro zero, al fine di accentuarne la scelta naturalistica.
- Pop-up restaurant. L’idea di base, pensata e messa in pratica in maniera sistematica in Inghilterra e poi diffusasi un po’ in tutto il mondo, è quella del riciclo degli ambienti nel rispetto della loro fisionomia primigenia. In altre parole, si tratta di ricavare un ristorante da ambienti inizialmente destinati a tutt’altro utilizzo, mantenendone alcuni dei tratti caratteristici originari: suppellettili, strumentazioni, apparecchiature. A Londra intere porzioni di quartiere sono state riqualificate secondo questi criteri, e non è impossibile trovarvi dei ristoranti ricavati nei locali di un’ex tipografia, con tanto di rotative a vista a fare da bizzarro quanto suggestivo arredamento. Un’idea vincente per rispettare la storia di un ambiente, anche modificandone la destinazione d’uso: pertanto, se il vostro locale ha una storia particolare alle spalle, perché non approfittarne e metterla in mostra?
- Anni ’50-’60. Una congerie di stili praticamente intramontabili che spesso vengono ibridati fra di loro. Certo, gli anni ’50 americani rimandano a un immaginario – perlopiù cinematografico o televisivo – ben preciso, quello dei colorati diners raffigurati in Grease, Ritorno al futuro, American Graffiti o Happy Days. Ma se restiamo in Europa, questo ventennio è fatto di arredamenti più sobri, con prevalenza di legno finemente lavorato persino sulle pareti o nei soffitti. L’ideale per un locale che vuole mantenere un tono classico e distinto.
- Fashion interior design. Complice la TV, la ristorazione è divenuta di moda. Anzi, è divenuta la moda per eccellenza di questo primo scorcio di nuovo millennio. Ecco allora che alcuni dei precetti del fashion design hanno finito per influenzare, quasi per gemmazione, l’arredamento dei locali più di tendenza. D’altronde, basta fare un giro nei grandi centri internazionali della moda – Milano, Parigi, New York, Hong Kong – per rendersi conto dell’avvenuta osmosi. Che si traduce in una riscoperta dei materiali di pregio – legni o pietre pregiate, oro, tessuti di haute couture – e una ricerca quasi ossessiva del lusso, dalle stoviglie ai complementi d’arredo.
- Avant-pop. Ovvero l’avanguardia che sposa la pop art. Cosa succederebbe, infatti, se a collidere in un unico ambiente fossero le due correnti artistiche più eversive del Ventesimo secolo (e forse dell’intera storia dell’arte)? Semplice: un caos primordiale di colori accesi e forme astratte. Spetta al bravo interior designer il compito di mettere ordine in questo caos. Se ci riesce, il risultato è semplicemente spettacolare.
Hai trovato utili questi suggerimenti? Hai le idee più chiare su come muoverti per rinnovare il tuo locale? Se è così, e se pensi che sia il momento giusto per passare dalla teoria alla prassi, non indugiare. La ristorazione ha bisogno di reinventarsi in continuazione, e per riuscire nell’impresa bisogna saper cogliere l’attimo, con coraggio e intraprendenza.
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