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Il tema della contraffazione si sta facendo sempre più scottante e sta minando l’intera economia del Paese e del mondo, minacciando, come una spada di Damocle, la sicurezza alimentare e i diritti dei consumatori.
Secondo i dati pubblicati sul sito dell’Ufficio italiano brevetti e marchi del Ministero dello sviluppo economico, negli ultimi dieci anni il numero di casi di contraffazione nel mondo è aumentato del 950% con un incremento del 608% dei prodotti sequestrati.
E IN ITALIA?
Il problema delle contraffazioni alimentari in Italia è un problema di sicurezza alimentare, ma anche una pericolosissima tara dal punto di vista economico. Il mercato della contraffazione alimentare in Italia vale 1,1 miliardi di €uro, un valore che sale vertiginosamente ad oltre 60 miliardi se estendiamo il fenomeno della contraffazione a tutti i prodotti italian sounding.
Secondo la Coldiretti la contraffazione alimentare pesa in Italia per 164 milioni di euro al giorno, e con una seria lotta alla pirateria alimentare si potrebbero creare fino a 300.000 nuovi posti di lavoro.
Come combattere questo fenomeno? Coldiretti, ad esempio, da anni chiede l’identificazione dell’origine geografica degli alimenti sull’etichetta in modo da specificare non solo il luogo di produzione, ma anche la provenienza della materia prima e rendere pubbliche queste informazioni attraverso una banca dati collegata all’Agenzia delle dogane.
Un codice a barre del dna delle bufale e un sistema di tracciabilità di tutta la filiera, queste ad esempio le misure di prevenzione adottate dalla Regione Campania come obbligo e responsabilità di tutti gli attori della filiera per la salvaguardia di un prodotto che rappresenta una vera e propria eccellenza del Made in Italy.
Eppure, nonostante le iniziative restrittive sulle etichette, proposte di legge, regolamenti comunitari e recenti condanne agli attori delle contraffazioni alimentari, il fenomeno sembra non arrestarsi.
APPROFONDIAMO LA TEMATICA PER CONTRASTARLA MEGLIO!
Per contraffazione alimentare si intende generalmente la la sostituzione totale di una sostanza alimentare con un’altra il cui pregio è nettamente minore.
Per fare chiarezza però bisogna precisare che esistono due tipologie di contraffazione:
– Falsificazione, adulterazione o sofisticazione dell’alimento: la creazione di un alimento con sostanze diverse per qualità o quantità da quelle che normalmente concorrono a formarlo. E’ una sorta adulterazione attuata per ricavarne un maggiore rientro economico, come ad esempio la vendita di latte parzialmente scremato come latte intero; la vendita di olio di semi, spacciato per olio di oliva, oppure la vendita di margarina spacciata per burro.
– Falsificazione del marchio o dell’indicazione di provenienza geografica o della denominazione di origine e consiste dell’apposizione di un dato falso sull’alimento o sul suo packaging. Questo tipo di contraffazione risulta maggiormente diffuso all’estero, rispetto all’Italia, ma compromette comunque il nostro Bel Paese.
Ha comportato infatti lo sviluppo dell’Italian Sounding, un fenomeno che consiste nell’utilizzo di etichette, elementi grafici come ad esempio simboli, colori o figure sul packaging del prodotto che vanno ad evocare l’italianità delle origini del prodotto stesso. Così, i prodotti hanno marchi o nomi che suonano italiani, ma effettivamente non lo sono…
Un caso tipico è quello del “Parmesao” o il “Parmezan“, i cui nomi evocano immediatamente il “parmigiano” ma che invece sono formaggi che gli assomigliano per forma e sapore ma la cui origine non è quella del parmigiano originale.
Insomma, produttori e distributori utilizzano un nome che “suona italiano” per tentare il consumatore, perlopiù straniero, all’acquisto di un prodotto che evoca le bontà gastronomiche italiane, ma che di fatto celano una vera e propria frode alimentare.
Alcuni esempi eclatanti di pirateria agroalimentare possono essere ricordati tra i seguenti: mozzarelle italiane, ma prodotte con latte straniero, il Parma Salami direttamente dal Messico, la Mortadella Siciliana proveniente dall’America Latina, il Salame Calabrese prodotto in Canada o il pesce fresco, in realtà rigorosamente decongelato. Solo alcuni dei prodotti contraffatti, che fanno però parte, purtroppo di una lista davvero infinita…