IL FENOMENO DEI POP UP RESTAURANT | Panorama Chef

Si chiamano Pop Up restaurant, letteralmente ristoranti ‘animati’, nel senso che prendono vita, inaspettatamente, dal nulla. E’questo il concetto dietro ai ristoranti temporanei, fenomeno che da quasi un decennio sta spopolando soprattutto all’ estero e che anche in Italia sta lentamente emergendo.

Appaiono nei luoghi più impensati, librerie, gallerie d’arte, negozi, parchi naturali, dentro ristoranti già esistenti, dove gli aspiranti chef o maestri stellati propongono cucina di ottima qualità ad alto livello per periodi limitati di tempo che vanno da un giorno a pochi mesi. Tutto si gioca nel breve tempo che questi esercizi scelgono di avere, per capire le sorti di quella idea nel futuro. I ristoranti temporanei prendono vita principalmente per due ragioni, promuovere la carriera di un aspirante cuoco e testare la forza commerciale di un ristorante prima del lancio sul mercato o, qualora lo chef sia già famoso e apprezzato, creare un evento esclusivo e unico.

I primi nascono a partire dal 2006 negli USA, allo scoccare di una recessione che avrebbe cambiato per sempre le sorti e la struttura del mercato del lavoro nel mondo. Chef che avevano perso il lavoro o aspiranti a cui era impossibile entrare in un mercato con zero offerta, cominciano a proporre i loro menù su furgoni ambulanti o chioschi improvvisati, o ancora nei mercati di quartiere. Piccole isole di gusto che negli anni si sono riprodotte in tutto il paese in un crescendo di professionalità, e stabilendo in città come New York City, Seattle, Chicago, New Orleans per citarne solo alcune, una nuova cultura del cibo e della ristorazione, basata sul qui ed ora perchè del futuro non può esserci certezza.

In Europa è stata Londra ad essere pioniera dei pop up e degli chef itineranti, inizialmente fu proprio lo chef e celebrità televisiva Jamie Oliver a lanciare il fenomeno che ha reso la capitale del Regno Unito oggi uno dei migliori posti al mondo dove scoprire tutto ciò che c’è di meglio tra i luoghi del cibo non tradizionali, dai pop up ai club delle cene a domicilio, fino alla nascita di strutture apposite per ospitare a rotazione vari esercizi temporanei.

Per ufficializzare la cultura del fenomeno, nel Maggio del 2011 a Helzinki, in Finlandia, nasce il Restaurant Day, un carnevale culinario in cui persone, aspiranti ristoratori e chef possono aprire il loro ristorante e proporre i loro menù al pubblico per un giorno soltanto. Lanciato da un gruppo di giovani per ovviare alle difficili regolamentazioni finniche per l’apertura di bistrot e ristoranti, in soli 5 anni l’iniziativa si è diffusa nel mondo e dai 45 ristoranti in 13 città del paese si arriva a 2042 partecipanti in 29 paesi del mondo, inclusa l’Italia, per la loro ultima edizione del 16 agosto 2015.

L’ Italia, che per severità e burocrazia in materia di licenze e permessi non è seconda a nessuno, ha cominciato ad accogliere il fenomeno dei ristoranti temporanei nella sua accezione più sofisticata ed esclusiva, dando vita negli ultimi tempi ad esperienze culinarie che mettono insieme cultura, arte design e ovviamente il meglio della nostra gastronomia.

A Milano per esempio, il periodo di Expo è stato terreno di fertile sperimentazione e diversi ristoranti sono apparsi nella città. Sul tetto di palazzo Beltrami è nato Priceless, una struttura di design ecosostenibile dove per sei mesi 35 master chef si sono alternati nella creazione di 24 coperti a pranzo e cena, per offrire un’ esperienza culinaria unica, sicuramente ‘senza prezzo’, se non si considera il modico costo a persona di 250 euro necessario per accedervi.

Per fortuna l’offerta è stata varia e per coloro in cerca di un evento di alta qualità a prezzi più ragionevoli tra le proposte troviamo Marta, un temporary bistrot specializzato in cucina tipica modenese guidato dalla chef Marta Pulina nella suggestiva cornice della galleria vintage Spazio Rossana Orlandi in zona Tortona, o ancora il laboratorio gastronomico Al Cortile, dove ogni fine settimana si sono alternati chef italiani e stranieri insieme agli allievi della Food Genius Accademy, ideatrice del progetto.

I vantaggi di un ristorante temporaneo sono evidenti: rischi di investimento contenuti, contratti d’affitto poco vincolanti e una maggiore libertà di sperimentazione promozionale. Però è evidente il rischio che un fenomeno nato per ovviare alla crisi economica e creare un diverso modello di economia nella ristorazione possa diventare negli anni più che una possibile alternativa imprenditorale, semplicemente un prodotto di tendenza che non sempre garantisce qualità e professionalità.

Potrà in Italia svilupparsi una cultura di ristoranti temporanei che, come all’ estero è, paradossalmente, una costante concorrente per quelli stabili tradizionali? Difficile da dire, sicuramente però è una possibilità creativa e imprenditoriale che merita di essere sperimentata e sostenuta se intrapresa legalmente e seriemante. Soprattutto quando nasce come trampolino di lancio necessario per giovani chef e ristoratori che spesso non possono sostenere gli onerosi costi economici e burocratici che l’apertura e la gestione di un ristorante, nel nostro Paese, da sempre richiedono.