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La Toscana batte tutti. Questo è quanto emerge dalla mappa regionale della speciale classifica sul patrimonio enogastronomico stilata da Coldiretti.
Con 463 “bandiere del gusto” mantiene la sua egemonia nazionale di fronte a Campania (429) e Lazio (386). Dall’alkermes di Firenze, colorato protagonista di molti dolci toscani, al saporito pecorino di fossa senese, dalla Mortadella di Prato, al carciofo del litorale livornese…
E’ la speciale classifica stilata dalla Coldiretti che rappresenta una vera e propria mappatura del gusto dell’intero territorio nazionale. Salgono al numero record di 4813 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2013 sulla base delle specialità alimentari presenti nel Bel Paese che sono ottenuti secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni.
Sono 115 i prodotti che si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio nazionale il patrimonio di specialità.
Stabile la Toscana che mantiene esattamente lo stesso numero del 2012. La Toscana contribuisce a questo primato in maniera determinante: quasi il 10% dei prodotti riconosciuti si trova proprio in Toscana.
“E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari” – ha spiegato il presidente toscano Tulio Marcelli “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia può contare per ripartire”.
Secondo Coldiretti l’eccellenza e la varietà delle produzioni agricole è uno dei punti di forza dell’offerta regionale e i principali elementi di attrazione che ristoranti e locali culinari possono esser certi di offrire con successo.
I prodotti tipici toscani e la cucina toscana rappresentano i punti di forza dell’intera offerta turistica regionale a livello mondiale.
In base ai dati del censimento del 2010, il 5% circa della Sau è interessata da produzioni biologiche – il doppio rispetto al censimento del 2000 – mentre le denominazioni di origine interessato circa il 10% del totale con un aumento delle aziende interessate di circa 5.000 unità, il 9% delle imprese italiane a denominazione, e circa il 20% di quelle toscane che sono circa 14.700.