Il numero delle imprese attive nella ristorazione è in crescita. Giro di affari in costante ascesa anche per il comparto delle pizzerie.

Da uno studio condotto dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, basato su una ricerca effettuata dal Registro imprese, sono 312.000 le imprese italiane attive nel settore della ristorazione (ristoranti, bar, pasticcerie, gelaterie e venditori ambulanti).
Lo studio evidenza una prevalenza di imprese giovanili (il 40,8% sono infatti figlie di imprenditori under 35), mentre il 38,8% delle nuove imprese ristorative rientra nel settore dell’imprenditoria femminile.

corso-cucinaDai dati diffusi dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, emerge la la Sicilia come capolista delle regioni dove si riscontra il più forte incremento di imprese ristorative. La Regione vanta ben 6 città nella top ten delle province italiane più attive: Palermo, Trapani, Catania, Caltanisetta e Messina sono state le città più attive nel comparto del food.
A Palermo, ad esempio, la crescita è stata del 27,5%, a Caserta del 23,2%. Al terzo posto troviamo invece Milano con un incremento del 22,6%.
Risultato meno roseo per Sondrio che è invece l’unica area che ha visto decrementare le imprese ristorative.

Scendendo nel particolare, troviamo la Città Eterna che, con le sue 24.886 unità, vanta il maggior numero di imprese della Ristorazione, contro le 13.680 unità (prevalentemente bar) di Milano.

IL FATTURATO MILIARDARIO DELL’ARTE BIANCA
L’arte bianca “sforna” ogni anno numeri da capogiro: 56 milioni di pezzi venduti la settimana con un giro d’affari in costante crescita.
Le pizzerie nel nostro Paese sono 42 mila con 100 mila addetti, in gran parte italiani (65 per cento).
56 milioni di pizze a settimana, quasi 3 miliardi all’anno.
A tanto ammonta il consumo di quello che è il piatto italiano più tipico e più conosciuto anche all’estero: la pizza servita nel piatto e consumata in pizzeria. Senza dimenticare le pizzerie da asporto o al taglio e le pizze surgelate acquistate nei punti di vendita della moderna distribuzione.

hd450x300Una ricerca Doxa/Assobirra evidenzia che per il 63 per cento degli italiani la pizza è ormai un piatto unico, mentre il restante 37 per cento lo accompagna ad un antipasto (17 per cento) o ad un dolce (18 per cento). Un italiano su due predilige la classica Margherita, con mozzarella fior di latte o di bufala. Seguono la Napoletana e quella con salame piccante (scelte dal 6 per cento ciascuna), la Capricciosa e la Prosciutto e funghi (5 per cento ciascuna). Il 57 per cento degli italiani preferisce cambiare sapori e condimenti, con un occhio sempre attento alla qualità, però.

Qualità che chi consuma pizza collega in gran parte alla mozzarella utilizzata (53 per cento) e alla ottimale levitazione (49 per cento). Secondo la ricerca, tra gli altri ingredienti “responsabili” della bontà del piatto, i pomodori (43 per cento), la farina (41 per cento), la buona cottura (42 per cento) e l’abilità del pizzaiolo (39 per cento). Le pizzerie in funzione in Italia sono 42 mila, di cui la metà quelle da asporto, con 100 mila addetti, in gran parte italiani (65 per cento), seguiti da egiziani (20 mila), marocchini (10 mila) e asiatici, extraeuropei e altri (5 mila).
Il giro d’affari complessivo si è attestato nel 2014 a 6 miliardi di euro.