BIRRA ARTIGIANALE un’opportunità per Ristoranti e Pizzerie!

Il 2018 è l’Anno nazionale del cibo italiano e può essere l’occasione per conoscere meglio e valorizzare le risorse dei territori per creare nuove opportunità di crescita a tutti i livelli.

Il 2018 è l’Anno nazionale del cibo italiano e può essere l’occasione per conoscere meglio e valorizzare le risorse dei territori per creare nuove opportunità di crescita a tutti i livelli.

Nel 2018 si fa largo il “turismo della birra”

Il turismo della birra è uno dei nuovi trend emersi a margine del “Food Tourism Day” ed è un fenomeno che sta catturando sempre più l’attenzione sia da parte degli addetti ai lavori che dei curiosi. I ristoratori infatti hanno cominciato a rendersi conto delle potenzialità di questo mercato e dovrebbero agire di conseguenza.

Un settore in crescita continua!

Quello della produzione di birra artigianale è un settore in continua e inesorabile crescita che coinvolge da vicino giovani e meno giovani. Non si tratta di un trend solo italiano ma mondiale, si pensi ad esempio che il numero di micro-birrifici negli Stati Uniti è passato da 843 a 3132 tra il 2011 e il 2016 (Brewers Association 2017).

 

Per quanto riguarda l’Europa, attualmente l’Italia si trova al quinto posto in questa speciale classifica dietro solo a Regno Unito, Francia, Germania e Svizzera. Assobirra nel 2017 ha pubblicato un rapporto molto interessante che ci indica come siano soprattutto i giovani i protagonisti di questo boom legato alla birra. Basti pensare infatti che il numero di realtà imprenditoriali del settore è sestuplicato tra il 2008 e il 2016 (da 113 a 718 attività). Questi numeri ci indicano che il settore della produzione di birra potrebbe rappresentare un autentico volano di crescita e promozione turistica di interi territori.

 

L’impatto sul mondo del lavoro

Il proliferare di micro-birrifici artigianali legati al territorio ha chiaramente creato dinamismo nel mondo del lavoro aumentando la richiesta di nuove competenze e professioni. Si pensi ad esempio alla figura dell’hospitality manager, una professione che necessita di competenze trasversali come la mediazione culturale, la conoscenza delle lingue e del territorio, l’empatia e la capacità di raccontare storie (storytelling) per portare i turisti alla scoperta delle tradizioni locali.

 

Non solo, il turismo della birra alimenta anche la richiesta di esperti di marketing e turismo con competenze anche in agraria e scienze gastronomiche.

I turisti della birra

Il 3 aprile 2017 si era tenuto a Milano un interessante convegno su birra e turismo. In questa occasione erano stati analizzati i dati di una ricerca della World Food Travel Association curata per l’Italia dalla responsabile del Tourism Lab dell’Università di Bergamo, Roberta Garibaldi. Secondo tale ricerca il 24% dei turisti intervistati si sarebbe dichiarato niente di meno che un “turista della birra”.  Da qui la necessità di potenziare l’offerta adeguandola alla domanda crescente per soddisfare le esigenze dei consumatori che vogliono degustare e visitare birrifici, ristoranti e pizzerie con una buona offerta di birra artigianale.

La birra come valore aggiunto

Numeri alla mano dunque, il settore della produzione di birra potrebbe rappresentare un autentico volano di crescita e promozione turistica di interi territori. E non occorre scomodare Monaco di Baviera con la sua Oktoberfest per rendersene conto.In Italia operano circa un migliaio di micro-birrifici artigianali che cercano di lavorare solo con ingredienti selezionati e utilizzando pratiche manuali in grado di affascinare il potenziale visitatore coinvolgendolo in esperienze affascinanti e gratificanti. Stanno nascendo sempre più dei veri e propri percorsi di visita legati alla scoperta del gusto, il che apre anche a interessanti possibilità professionali. La consapevolezza che la birra piace e attira turisti dovrebbe rappresentare una opportunità di crescita per i ristoratori italiani.

Degustazione della birra

Oltre a proporre abbinamenti con i vini infatti, molti ristoratori potrebbero cominciare a proporre alla clientela percorsi gastronomici incentrati sulla birra. Esistono infinite varianti di birra e un bravo “Storyteller” dovrebbe essere in grado di raccontare il territorio e di proporre gli abbinamenti giusti ai clienti. Elaborare percorsi del gusto permette ai ristoranti di valorizzare i propri ingredienti proponendoli in abbinamento a specifiche tipologie di birre la cui produzione e i cui sapori si intrecciano con la tradizione locale.

 

 

Finora la nostra tradizione ha puntato più che altro sull’abbinamento dei vini alle pietanze, ma l’enorme potenzialità della cucina italiana permette di fare lo stesso con la birra e quindi di soddisfare una domanda crescente che, altrimenti, rischierebbe di rimanere inascoltata. Ad esempio i ristoratori potranno utilizzare la birra per valorizzare il territorio anche e soprattutto le località minori, magari promuovendo percorsi innovativi per legare l’esperienza della birra ai formaggi che la utilizzano nei processi produttivi. I ristoratori dovrebbero quindi industriarsi al più presto per creare una cantina di birre artigianali così da attirare questa nicchia di turisti in continua crescita e offrire loro prodotti esclusivi che valorizzano le ricchezze e le peculiarità del territorio.

 

Di Daniele Cardetta