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I glitter commestibili esistono da un bel po’. Infatti essi rappresentano una decorazione per pasticceria tra le più utilizzate, soprattutto in ambiti specifici come il cake design e le decorazioni per cupcakes. Ma ultimamente il loro utilizzo si è espanso ad altri tipi di preparazioni, che coinvolgono esercizi diversi dai laboratori di pasticceria. Parliamo dei più comuni bar, all’interno dei quali si sta affermando la moda – per molti bizzarra, per altri decisamente affascinate – del glitter coffee e del glitter cappuccino.
Glitter commestibili: un’arma in pasticceria e non solo
A differenza delle più conosciute decorazioni per pasticceria – a cominciare dai classici sprinkles –, i glitter commestibili stanno palesando una insospettabile duttilità. La loro forza sembra risiedere nella combinazione, apparentemente impossibile, tra appariscenza e minimalismo. Da un lato, infatti, i glitter commestibili non passano mai inosservati. Dall’altro, risultano quasi sempre discreti e non invasivi. Questo permette loro di essere utilizzati in una moltitudine di preparazioni. Una spolverata di glitter commestibili può ben figurare sia su una torta – persino sulle classiche torte nuziali – che su delle paste, ma anche su preparazioni espresse come gelati o frappè. Insomma, non sembra esistere un ambiente inappropriato per questo semplice ma efficace elemento decorativo.
L’esplosione di questo prodotto sul mercato è avvenuta in epoca relativamente recente, per un motivo specifico. Inizialmente, i glitter commestibili presenti sul mercato erano quelli d’importazione americana, i quali, per quanto possa sembrare incredibile, non erano edibili. Ebbene sì: fino a pochi anni fa i glitter commestibili non erano commestibili. Erano semplici glitter, ovvero delle masse di polimeri, perlopiù metallici, che riflettevano la luce dando vita a effetti luminosi tra i più disparati. Insomma, gli stessi elementi che si utilizzano in cosmetica, per trucchi come smalti o lucidalabbra: non tossici per l’organismo se ingeriti accidentalmente (o intenzionalmente), ma al tempo stesso non commestibili.
Genesi dei glitter commestibili in Europa
Solo in anni recenti, in Europa sono stati sviluppati dei glitter pienamente edibili. Merito, per così dire, del severo disciplinare dell’Unione Europea per quanto riguarda i prodotti alimentari. Nei paesi membri dell’UE, infatti, ogni prodotto a destinazione alimentare deve essere pienamente commestibile per essere commercializzato. Una differenza sostanziale rispetto agli USA, nei quali – pur con significative eccezioni – è sufficiente che un prodotto non risulti nocivo per la salute.
Sulla spinta di tale necessità, alcune industrie alimentari europee, desiderose di regalare ai propri clienti gli stessi benefici degli appassionati di dolci americani. Ecco allora affacciarsi sul mercato dei glitter a base di zucchero e coloranti naturali, la cui congruità rispetto alle regole UE è pienamente rispettata. Per la gioia dei golosi e, se vogliamo, i dolori di chi deve osservare una dieta (si parla pur sempre di zucchero quasi in purezza).
Da Mumbai al resto del mondo
Ma come abbiamo già visto, la vita dei glitter commestibili non si svolge unicamente tra le mura dei laboratori di pasticceria. Sono bastati pochi anni – in realtà una manciata di mesi – affinché la moda del glitter caffè e del glitter cappuccino si diffondesse in tutto il mondo. In primis, neanche a dirlo, in Italia.
Questa tendenza, se così la si vuole chiamare, viene da lontano, ma in realtà ha radici ben piantate nel Belpaese. A lanciarla, infatti, è stata una catena di caffetterie con sede a Mumbai, in India, ma il cui nome (Di Bella Coffee) denuncia inequivocabilmente le italiche origini di chi l’ha fondata. Quasi una sorta di rivincita di alcuni brillanti expat italiani i quali, non riuscendo a essere profeti in patria, si sono affermati all’estero prima di prendersi la loro rivincita nel paese da cui provengono.
Glitter coffee: i segreti del successo
D’altronde, la ricetta – se così possiamo chiamarla – del glitter coffee e del glitter cappuccino è relativamente semplice. Di base, si tratta di un semplice espresso – in realtà un espresso macchiato, dato che serve una quota di latte per procedere alla decorazione –, o di un cappuccino fatto con espresso, il cui topping in stile latte art è realizzato con dei glitter commestibili. Niente di più semplice e immediato. Ciò significa essenzialmente che la bellezza della creazione sta tutta nella creatività del bartender che la prepara: i glitter commestibili sono semplicemente uno strumento nelle loro mani.
I baristi più intraprendenti si spingono leggermente oltre, specialmente con i cappuccini. Questi ultimi, infatti, possono essere preparati anche con del latte “corretto” con del colorante alimentare. In questo modo, oltre all’elemento glitter, avremo dei cappuccini blu, verdi, gialli o rosso fuoco, a seconda della ricetta. Ce n’è abbastanza per confondere i puristi, è vero. Ma ce n’è anche a sufficienza per attrarre curiosi e appassionati di novità. E a quanto pare questi ultimi sono la maggioranza.
I glitter coffee sono un affare?
La domanda cui bisogna rispondere è la seguente: conviene introdurre glitter coffee e glitter cappuccino nel mio bar? La risposta può variare da caso a caso, ma bisogna tenere a mente almeno due fattori. Primo: si tratta di un investimento praticamente a costo zero, visto che il prezzo d’acquisto delle materie prime aggiuntive – glitter commestibili ed eventualmente colorante alimentare – è pressoché irrisorio. Secondo: se si servono già preparazioni a base di latte art, non c’è bisogno di formazione del personale, giacché il procedimento è il medesimo.
Tanti vantaggi – seppure ipotetici – e pochissime controindicazioni: quella dei glitter al bar sembra una moda tagliata su misura per chi vuole svecchiare la propria offerta senza spendere cifre mostruose. Per i bar con sede nelle zone centrali e più alla moda delle grandi città, è quasi un imperativo prendere in considerazione l’idea. Per gli esercizi di periferia potrebbe essere un ‘intuizione (ripetiamo: quasi a costo zero) per non farsi trovare impreparati il giorno in cui il glitter cappuccino sarà divenuto una piacevole consuetudine.