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IDEE PER RILANCIARE UN RISTORANTE | IL FOOD HOME DELIVERY CHE INCONTRA LE NUOVE TENDENZE ALL’ACQUISTO
Non è un segreto: questa è l’era dell’acquisto molecolarizzato. Ovvero di una nuova concezione dell’idea di shopping. Non più un rito di pellegrinaggio verso luoghi deputati a tale scopo (supermercati o negozi), bensì un’operazione da svolgere comodamente da casa, in tranquillità e con i propri tempi. Insomma: è l’era degli acquisti telematici e della consegna a domicilio. Aziende come Amazon e i tanti affini (AliBaba, Rakuten, Zalando e così via) hanno cambiato il modo di rapportarsi con gli acquisti, e l’e-shopping è ormai una realtà consolidata. Nessun ambito del commercio sfugge a tale rivoluzione, cibo e ristorazione compresi.
Idee per rilanciare un ristorante | A volte basta poco!
Di idee per rilanciare un ristorante ce ne sono molte. Le azioni di rilancio devono essere conseguenti ad una valutazione oggettiva della situazione del locale, dei suoi pro e dei suoi contro. Non sempre è necessario cambiare la tipologia di servizio offerto e variare la natura del locale.
Può capitare che per rilanciare il ristorante si renda necessario dare una rinfrescata agli ambienti, cambiare la disposizione della sala e rinnovare i tovagliati.
Altre volte invece è necessario lavorare sul menù, apportando modifiche, inserendo nuovi piatti, o semplicemente descrivendoli meglio.
Per rilanciare un ristorante è anche buona norma che lo Chef non smetta di formarsi e di seguire le nuove tendenze in cucina.
Ci sono volte in cui c’è bisogno di rilanciare il ristorante con idee che vanno a cambiare il servizio offerto. In questi casi il ristorante può cambiare i connotati e diventare un qualcosa di più facilmente fruibile per il cliente. In questa ottica il Food Home Delivery rappresenta un’idea coraggiosa e all’avanguardia per rilanciare un ristorante. Vediamo nel dettaglio come funziona e se ne vale la pena metterlo in pratica.
Idee per rilanciare un ristorante | Cibo a domicilio: come vengono effettuate le consegne
E’ veramente possibile pensare a una “Amazon del cibo”? I riscontri, finora, sono contraddittori. Persino il servizio di food delivery dello stesso Amazon riscontra dei cauti progressi. Lo stesso si può dire, almeno in Italia, per i siti di spesa a domicilio presso la grande distribuzione organizzata. Evidentemente, i fasti dell’americana InstaCart (valutata attualmente 2 miliardi di dollari sul mercato USA) sono ancora ben lontani dal nostro orizzonte. I risultati migliori, finora, li stanno ottenendo i venditori al dettaglio: laboratori di pasticceria, produttori di specialità locali e ovviamente ristoranti.
Ciascuno di queste attività lavora in maniera diversa. Alcuni pasticceri, ad esempio, distribuiscono sul territorio nazionale i loro prodotti non deperibili (vale a dire, in genere, quelli privi di creme e prodotti freschi) servendosi di corrieri specializzati in spedizioni a temperature controllate. Stesso discorso per quanto riguarda gli e-shop di prodotti locali, con in più il vantaggio di avere meno prodotti deperibili in catalogo. Mentre per ristoranti, pizzerie, paninoteche, bistrot e trattorie la soluzione migliore è quella autarchica. Ovvero: provvedere alla consegna a domicilio tramite l’utilizzo di personale proprio.
È pur vero, tuttavia, che molti ristoratori e affini preferiscono convenzionarsi con uno dei tanti hub di food delivery presenti attualmente sul mercato: da Foodora a JustEat e simili, per intenderci. Questione di costi, ovviamente, ma non solo. Infatti, si tratta anche di uno sgravio non trascurabile di responsabilità (contabili, assicurative, tecnico-logistiche) che non tutti sono disposti ad affrontare. D’altro canto, chi sceglie la consegna a domicilio gestita in proprio predilige un controllo diretto sul servizio, e magari una formazione adeguata degli addetti. Dal momento che per far lavorare un servizio di consegna a domicilio esterno è sufficiente l’affiliazione, nelle righe che seguono ci occuperemo di quest’ultima modalità. Ovvero: come organizzare un food home delivery service interno.
Idee per rilanciare un ristorante | Consegnare cibo a domicilio: cosa serve
Affinché un ristorante possa dare vita a un servizio di consegna a domicilio autogestito, è necessario predisporre alcuni indispensabili prerequisiti.
E-shopping o, in alternativa, servizio di ordine telefonico
Il primo passo è quello di mettere in esposizione i prodotti, e per un servizio da remoto è indispensabile farlo online. Dunque, sotto quest’ottica, un sito Internet appare imprescindibile. Esso dovrà essere graficamente accattivante, semplice da consultare e con una sezione relativa al menu chiara e leggibile. Grande attenzione dovrà essere dedicata all’esposizione dei prezzi e alla descrizione degli ingredienti dei vari piatti.
A questo punto, si aprono due strade. La prima, più difficile e costosa da realizzare, comporta l’introduzione di un e-commerce mediante il quale ordinare direttamente dal sito il proprio pranzo o la propria cena. La seconda implica l’attivazione di una linea telefonica dedicata cui effettuare le ordinazioni.
Personale e formazione dello stesso
Un malcostume diffuso, soprattutto presso quelle attività di ristorazione che puntano al risparmio per quanto riguarda i servizi extra, è rappresentato dall’assunzione di personale poco qualificato e per nulla formato. Non solo: spesso si punta su persone auto o motomunite, allo scopo di risparmiare su assicurazione e usura dei mezzi. In realtà, per quanto legittima – e a volte inevitabile, per ragioni di budget –, questa è una strategia di corto respiro.
Chi ha intenzione di entrare nel business del food delivery punta innanzitutto sulla formazione del personale. Il che significa: test di guida sicura, anche in condizioni di traffico congestionato, e apprendimento di strade e percorsi nella propria area di distribuzione. Questo come requisiti minimi, cui si dovrebbe aggiungere una formazione specifica inerente l’interazione con la clientela. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che il responsabile delle consegne a domicilio diventerà il primo testimonial del ristorante, il volto del locale al di fuori di esso. E in virtù di ciò il suo comportamento deve essere impeccabile.
Logico che per il ristoratore si tratta di un investimento, ma non a fondo perduto. I clienti, infatti, apprezzano la qualità del servizio, e sono in grado di fornire dei feedback dettagliati sui siti specializzati in recensioni. Proprio quelli che spesso fanno le fortune o le sfortune di un locale.
Parco mezzi
Come detto, spesso ragioni di budget spingono ad affidarsi a persone munite di mezzi propri. Ma ciò azzera ogni possibilità di corporate branding. Vale a dire: la consegna a domicilio non diviene l’occasione per reclamizzare il proprio marchio. Al contrario, un mezzo proprio rappresenta una vera e propria insegna ambulante. Esso può essere personalizzato con il logo, il nome, l’indirizzo e le informazioni di contatto (telefono, sito web, email, profili social) del locale. E ogni volta che esce in strada viene notato da decine, forse centinaia di persone: tutte potenziali clienti futuri. Anche in questo caso, fatti salvi i summenzionati limiti di budget, su cui non è il caso di sindacare, un imprenditore lungimirante sa come muoversi.
Corporate clothing
Ultimo dettaglio, ma non meno importante: le divise. Come accennato poc’anzi, l’addetto alle consegne a domicilio è il primo testimonial dell’azienda al di fuori della stessa. E in quanto tale, è opportuno che indossi una veste che rappresenti l’azienda stessa. Inoltre, del personale provvisto di opportune uniformi comunica sempre un’idea di professionalità ed efficienza. E all’interno di una strategia di fidelizzazione del cliente anche questo è un fattore.
Ora che sai quali sono gli elementi essenziali per organizzare un buon servizio di consegna a domicilio autogestito, puoi iniziare a pensarci seriamente. Ricorda che, almeno inizialmente, si tratterà di un investimento non trascurabile, quindi fai precedere ogni iniziativa da un serio studio di fattibilità. Affidati a uno specialista in contabilità e valuta bene il rapporto costi/benefici. E soprattutto cerca di capire se la tua clientela abituale e quella potenziale sono realmente interessati a questo tipo di servizio. Un’analisi di mercato, ad esempio, potrebbe metterti al riparo da brutte sorprese e spese inutili.