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I Fast Food sono ormai diventati una realtà anche nelle città italiane, si è trattato di un processo cominciato da qualche decennio che ha interessato ogni parte del mondo. In Italia però esiste una tradizione culinaria che non si può trovare in nessun altro angolo del globo e qualche ristoratore inizia ad elaborare delle risposte “Made in Italy” per consentire alla clientela di mangiare velocemente senza però rinunciare in alcun modo alla qualità e alla tradizione.
La pasta alla “conquista” delle strade
Chiunque abbia visitato le grandi metropoli europee, e non solo, ha potuto constatare con i propri occhi come i Fast Food siano entrati di prepotenza nello scenario urbano. Viviamo in tempi sempre più frenetici dove il tempo da dedicare alla “pausa pranzo” è sempre più limitato, proprio questo spiega il successo di Fast Food che promettono di servire i clienti in pochi secondi. Un cibo “mordi e fuggi” che spesso significa però rinunciare alla qualità, il che è esattamente il contrario di quello che i ristoratori italiani dovrebbero fare.
Uno dei marchi di fabbrica del “Made in Italy” nel mondo è sicuramente la pasta. Declinabile in centinaia di modi diversi, la pasta è uno sei simboli riconoscibili, assieme alla pizza, del cibo italiano. Non sono pochi i ristoratori che hanno deciso di abbinare la pasta al mondo dello Street Food, sfidando così apertamente il predominio di hamburger e hot-dog. A differenza dei fast food tradizionali i “fast food” all’italiana possono permettersi di abbinare prodotti di grande qualità come pasta e sughi alla velocità tipica dei ristoratori da strada.
Uno Street Food in grado di fare “sistema”
Partendo dal presupposto che esistono grandi spazi di crescita per la pasta nel settore della ristorazione da strada e dei Fast Food, molti ristoratori, sia in Italia che all’estero, cercano di dare delle risposte concrete. Sono infatti nati diversi progetti che si rivolgono ai ristoratori tradizionali che hanno l’ambizione di diversificare o implementare la propria operatività grazie all’apertura di nuove location sia fisse che itineranti.
Italian Street Food
Sempre più giovani imprenditori hanno capito le potenzialità di investire nel settore e di trasformare una semplice attività di Fast Food o Take-Away in un presidio di Italian Street Food in grado di abbinare qualità a praticità e risparmio. Non è necessario disporre di grandi spazi per allestire una attività di ristorazione da strada, saranno sufficienti una postazione di lavoro completa e tutti gli strumenti necessari per la cottura della pasta rigorosamente a vista: espositori refrigerati, piastre, frigorifero, lavello e così via.
Insomma, un “Fast Food” all’italiana avrebbe bisogno di non più di una ventina di metri quadri di spazio, il che rende l’investimento ragionevole e contenuto. Si diffondono sempre di più anche i ristoranti “mobili”, ovvero postazioni di lavoro complete di tutti gli strumenti necessari a cucinare la pasta che sono facilmente trasportabili da un posto all’altro.
Pasta is “business”
Chi lo ha detto che la pasta può essere consumata solamente all’interno di locali di ristorazione classici? I ristoratori ambiziosi, sia in Italia che all’estero, cercano di promuovere il consumo della pasta anche “on the road”. Per quale motivo si dovrebbe lasciare a cheeseburger e a crocchette di pollo fritto il monopolio del cibo da strada? Non solo, negli ultimi anni anche negli Stati Uniti si sta diffondendo sempre di più l’interesse per cibi sani e salutari, quindi perché non approfittarne?
Un “Italian Fast Food” può essere in grado di cannibalizzare il mercato a prezzi tutto sommato contenuti in quanto la pasta non costa molto ma può essere cucinata in centinaia di modi diversi. I migliori “Italian Fast Food” consentono alla clientela di scegliere tra decine di tipi diversi di pasta da abbinare con decine di proposte di sughi diversi, di carne, pesce e vegetariani. La pasta viene servita in apposite vaschette da passeggio proprio come si farebbe con le patatine fritte.
Esempi di successo
Bisogna ammettere che molti imprenditori hanno già deciso di cimentarsi in questo settore e di aprire locali di ristorazione Take-Away o Fast Food in tutto il mondo che fanno del “Made in Italy” il proprio marchio di fabbrica.
La formula del successo è molto semplice: si propone un menù tipicamente italiano composto da varie proposte di pasta fresca (spaghetti, tagliatelle, maccheroni, fusilli, pasta ripiena) da abbinare a una vasta selezione di sughi a loro volta tipicamente italiani (sugo all’arrabbiata, ragù di cinghiale, pesto, amatriciana etc.).
I sughi dovrebbero essere cambiati periodicamente sfruttando la stagionalità, ma sempre rispettando in modo attento e preciso la tradizione italiana. Tra gli esempi concreti di successo da citare merita una menzione particolare Pasta Pizza Doc a La Valletta, Malta, una start-up che offre ai clienti esclusivamente cibo italiano al 100%. A differenza di molte altre realtà, Pasta Pizza Doc utilizza solo pasta fresca fatta in casa ogni giorno con farine italiane.
Si tratta di un valore aggiunto in quanto il gusto della pasta artigianale è senza ombra di dubbio molto superiore a quello della pasta importata e congelata. Molti ristoranti italiani all’estero infatti preferiscono acquistare la pasta fresca in Italia e stiparla in congelatore dove rimane anche per diversi mesi prima di essere consumata. Se pensate che sia lo stesso basta provare, la differenza tra la pasta congelata e quella fresca è troppo grande per fare finta di niente.
Pasta Pizza Doc non investe solo impegno ed energia nella produzione quotidiana di pasta fresca, ma anche nel selezionare sughi di qualità realizzati con ingredienti italiani e garantiti in qualità dalla AICI (Accademia Italiana Chef Institute). Il segreto del successo di un fast food italiano deve essere quindi la semplicità abbinata a gusti eccellenti che nascono dalla cultura del vero cibo italiano.
“Imitare” l’Oriente
I primi ad aver sfidato i Fast Food all’americana a base dei soliti hamburger e patatine, bisogna ammetterlo, sono stati gli orientali. Le grandi metropoli sono tutte piene di Fast Food orientali, thailandesi, giapponesi, cinesi e chi più ne ha più ne metta, caratterizzati da cucina a vista e da prodotti freschi a base di carne, verdure, pesce.
I noodles serviti negli appositi cartocci hanno già conquistato i palati occidentali e si sono diffusi anche in Italia, mostrando quindi plasticamente come esistano spazi enormi da percorrere a patto di essere ambiziosi e motivati.
Ed è proprio questo che i ristoratori italiani dovrebbero fare, ovvero andare a occupare una fetta di mercato contendibile sfruttando le proprie peculiarità e le ricchezze del territorio italiano. Del resto anche un gigante dei Fast Food come McDonald’s sembra essersi accorto della necessità di offrire soluzioni di qualità alla propria clientela.
Lo dimostrano i contratti stretti dal colosso americano negli ultimi anni con aziende come la Barilla o con altre eccellenze agro-alimentari italiane per inserire in menù delle proposte di maggiore qualità e intercettare parte della domanda.
I segreti per un “Italian fast food di successo”
Visto che non si tratta di un concetto nuovo in quanto molti ristoratori hanno già deciso di buttarsi in questo specifico settore, esistono alcuni consigli utili di cui si dovrebbe tenere conto prima di investire. Innanzitutto è necessario dotarsi degli strumenti adeguati per offrire alla clientela pasta fresca trafilata al bronzo al momento e cucinata senza precottura. Finora in Italia si è sempre stati piuttosto diffidenti nei confronti delle innovazioni e si è considerata la pasta un cibo da gustare unicamente seduti, ma le tradizioni possono e devono essere innovate per venire incontro alle esigenze del momento senza per questo snaturarle. Uno dei segreti di “chi ce l’ha fatta” è quello di produrre la pasta al momento.
Questo comporta indubbiamente un netto aumento dei costi di gestione sia dal punto di vista delle materie prime che del personale, ma alla lunga si rivelerà aspetto decisivo per determinare il successo del punto ristorativo. Inutile dire che nell’era di internet non basta impegnarsi nella qualità, bisogna anche diventare degli abili comunicatori e stabilire una presenza costante nei social network. Insomma, i ristoratori che hanno in mente di aprire un Fast Food italiano di pasta (e non solo) devono mettere al primo posto la qualità, una componente che è parte integrante della cucina italiana.
Quando si parla di “made in Italy” legato al cibo non si può fare compromessi, bisogna presentare ai clienti dei prodotti autentici e freschi altrimenti il rischio è quello di diventare “uno dei tanti” che cerca di utilizzare il brand “Italia” per pubblicizzare i propri prodotti. Da qui la necessità di scegliere solo ingredienti di qualità, di preparare la pasta fresca in casa rinunciando a quella congelata e così via. Prestare la stessa attenzione allo street food che si presterebbe a un ristorante vero e proprio è una condizione necessaria per porre le premesse di un reale successo.
Di Daniele Cardetta