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Negli ultimi anni i negozietti multimarca hanno sempre più lasciato il passo a maxistore dominati dai grandi brand internazionali, che sono costantemente alla ricerca di nuovi modi per rendere unica e inconfondibile l’identità del loro marchio. In quest’ottica i branded restaurant stanno svolgendo un ruolo fondamentale, aprendo nuove possibilità per gli aspiranti ristoratori.
Abbinamenti audaci
L’universo dei branded restaurant (ma anche bar, a seconda della politica scelta dal marchio) è incredibilmente variegato e risponde a diverse esigenze aziendali. Si tratta di ristoranti che si trovano all’interno di negozi monomarca delle tipologie più disparate.
L’accostamento più logico è quello con brand che si occupano di generi alimentari, come nel caso di noti produttori di caffè (tra cui Illy e Nespresso), del riso Scotti o dei cereali Kellog’s. In situazioni di questo tipo lo scopo principale è offrire la possibilità di degustare i prodotti di punta del marchio in un ambiente di design ma al tempo stesso non troppo formale, dando anche la possibilità di passare allo shopping subito dopo l’assaggio. Inoltre è il contesto ideale in cui testare nuovi prodotti, vagliando la risposta del pubblico prima di un eventuale lancio sul mercato in grande scala.
Tuttavia i branded restaurant sono ormai usuali anche per store che non trattano cibo o bevande. È il caso per esempio dei Caffè firmati Moleskine o Ducati, che puntano a offrire ai propri clienti un’esperienza di shopping più completa e appagante.
Un paragrafo a parte, poi, meritano quei locali che propongono un abbinamento tra alta ristorazione e alta moda. In Italia, ad esempio, gli Emporio Armani Caffè e la catena Armani Restaurants sono ormai delle realtà consolidate nel campo della ristorazione, capaci come sono di coniugare gastronomia di qualità, fashion design e iniziative culturali di natura trasversale che coinvolgono musica, cinema, arti visive ed elettroniche.
Nel campo del food & beverage meno stanziale ma più estemporaneo – bar, bakery e caffetterie–, invece, domina il modello Starbucks, ormai in procinto di approdare anche in Italia con intenti decisamente bellicosi dal punto di vista della capillarità della diffusione: i manager della divisione italiana della catena hanno parlato dell’apertura di 300 punti vendita nell’arco di 5 anni. Nel frattempo, si accingono a celebrare l’inaugurazione del primo negozio, a Milano nell’autunno del 2018, che sarà il più grande d’Europa. Non mancano però le alternative dal taglio, diciamo così, meno globalizzato e più affine a un determinato orizzonte culturale di riferimento. È il caso dei bar e ristoranti della catena turca Mado, che esporta in tutto il mondo (Italia compresa) la preziosa e non sufficientemente esplorata tradizione culinaria e gelatiera – il brand Mado nasce come produttore di gelati – del proprio paese.
I vantaggi per il brand
I benefici che un marchio può ricavare inserendo nel proprio store un punto ristoro sono molteplici:
- il cliente sarà maggiormente coinvolto e trascorrerà più tempo all’interno del negozio, aumentando le probabilità di acquisto;
- l’angolo ristorazione contribuirà a trasmettere il concetto che sta dietro al brand grazie all’ambientazione e alla scelta delle portate;
- nel caso di aziende che operano nel settore del cibo, sarà possibile far assaggiare la qualità dei propri prodotti e magari proporre ricette innovative con i propri ingredienti, offrendo ispirazione e invogliando all’acquisto.
In parole povere, un ristorante o caffè interno equivale a una pubblicità ad altissimo rendimento!
I vantaggi (e i limiti) per i ristoratori
Investire nella collaborazione con un marchio prestigioso per gestire un ristorante o un bar all’interno di uno store monomarca potrebbe essere una scelta azzeccata per chi è alla ricerca di un’idea innovativa. La fama del brand, infatti, sarà già da sola un’ottima pubblicità per il tuo locale; inoltre negozio e punto ristoro si sosterranno a vicenda, “passandosi” clienti.
Naturalmente dall’altro lato dovrai sottostare alle linee guida indicate dall’azienda, senza poter spaziare per quanto riguarda ricette e prezzi; ma del resto si tratta di limiti comuni a chiunque si trovi a dover fare i conti con la realtà di una grande catena.
Naturalmente dall’altro lato dovrai sottostare alle linee guida indicate dall’azienda, senza poter spaziare per quanto riguarda ricette e prezzi; ma del resto si tratta di limiti comuni a chiunque si trovi a dover fare i conti con la realtà di una grande catena.
In conclusione, la rapida espansione dei branded restaurant sta senza dubbio trasformando il panorama della ristorazione in Italia. Cavalcare l’onda potrebbe essere un’ottima soluzione per chi vuole entrare nel mondo della ristorazione avendo alle spalle una realtà solida come quella di una grande azienda… perché non provare?