Sua Maestà il Cuoco

Un nuovo tipo di VIP, una professione che sembra non avere limiti nella sua scalata al prestigio.

QUANDO I NUMERI PARLANO CHIARO

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Per chi crede che il cuoco sia solo un fenomeno di costume, spinto dalle mille trasmissioni televisive, diamo un po’ di numeri. Solo nel 2012 sono stati assunti ufficialmente 10.000 nuovi cuochi in location sparse in tutta Italia, senza considerare il numero degli assunti per i periodi stagionali, che possono essere calcolati in almeno altri 5000 posti di lavoro. Se proprio vogliamo consideriamo anche gli oltre 1000 professionisti italiani assunti all’estero, tenendo conto che la denominazione “Ristorante Italiano” conta oltre 72.000 attività aperte in tutto il mondo. Coscienti che i numeri sopraesposti siano sottostimati possiamo affermare con certezza che non è quindi solo un fenomeno televisivo ma una richiesta reale del mercato che non solo chiede Made in Italy ma che chiede di trovare ai fornelli l’Arte del Gusto che solo un vero professionista sa dare.

 

PAPA’ DA GRANDE FARO’ IL CUOCO

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Che il mestiere del Cuoco oltre ad essere richiesto dagli avventori sia anche uno dei sogni degli italiani lo rivela anche il sondaggio di Coldiretti/Ixe:
i numeri testimoniano una vera rivoluzione culturale, confermata anche dai risultati di un sondaggio Coldiretti/Ixe’ secondo il quale il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l’impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l’11 per cento ritiene che l’operaio possa avere sbocchi occupazionali.
Aggiungiamo che al momento essere Carlo Cracco o Bruno Barbieri o Joe Bastianich significa essere un divo e abbiamo il perfetto mix di una professione d’eccellenza con statistiche positive in continua crescita.

 

CAPACITA’ E ARTE AL POSTO DELL’APPARENZA

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Parliamoci chiaro: la televisione crea spesso miti di una inconsistenza decisamente allarmante. Ma un cuoco professionista come i sopracitati Cracco, Barbieri o Bastianich, non sono veline. Sono persone di una vastissima cultura non solo in ambito culinario. Per arrivare ai loro livelli occorre molto di più di saper girare un mestolo. Capacità imprenditoriale, creatività, organizzazione, metodo, disciplina, capacità di team building, con una linea filosofica, impegnati in costanti aggiornamenti, con una voglia di crescere e passione persistenti senza sentirsi mai veramente arrivati. Ecco come nascono delle figure di eccellenza che oltre ad essere degli eccellenti cuochi sono anche degli imprenditori da cui prendere ispirazione. Ed ecco perchè possiamo essere orgogliosi che oltre alle gambe delle veline e i gol dei calciatori, siano questi i nuovi divi, esponenti di una cultura vasta ed eterogenea e stendardi di un impegno creativo degno come minimo di lode.

 

MA PER CHI ANCORA NON E’ UN DIVO?

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Esistono molte scuole in Italia che insegnano la professione e quelle che sembrano dare le minori opportunità sono per assurdo quelle pubbliche. Programmi quinquennali che producono però poca di quella qualità e praticità invece richiesta dai Patron Imprenditori come espressamente riportato in un nostro precedente articolo (LINK). Oltre a quelle pubbliche ci sono però entità private, alcune di esse sponsorizzate o accreditate da Regioni e Provincie illuminate, che formano i creativi in modo più rapido e sicuramente più apprezzato dal mondo professionale. Ed è un bene perchè la professione del cuoco garantisce soddisfazioni di notevole entità, specie per chi è creativo e preferisce un rischio, anche se pur calcolato, alla monotonia. Non solo è stimolante nella fase della realizzazione e organizzazione ma è anche gratificante nell’immediato giudizio del consumatore. Non tutte le ciambelle riescono con il buco è vero, ma come già detto il rischio è calcolato e in questo caso stimolante. E’ un lavoro che non ha niente di meccanico e che premia l’iniziativa e la creatività. Pur essendo sempre un’attività dagli orari impossibili e dalle molte ore passate in piedi, grazie alle nuove tecnologie ha perso molta della fatica fisica che veniva fatta un tempo e lascia ampio spazio al gioco e alla ricerca alchemica della “pietanza filosofale”. C’è anche spazio per gli specialisti, infatti ci sono Chef che trovano posti di nicchia e realizzano solo parti dell’intero menù, raggiungendo vette di eccellenza nella qualità e del gusto e dell’esposizione delle loro creazioni.

 

CUOCO ARTISTA O CUOCO IMPRENDITORE?

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Da qualunque punto di vista si affronti l’argomento si arriva comunque alla conclusione che un cuoco è sempre imprenditore, almeno di se stesso. Impegnarsi nella propria formazione e cultura non è un impegno da poco e richiede una quantità notevole di saper immaginare e creare il futuro: colui a cui è affidata una responsabilità di cucina ha sempre sulle spalle l’onore e l’onere di far andare bene le cose. La gestione di una cucina, e/o di una brigata, comporta indubbiamente una responsabilità in termini di scelte e organizzazione. Quindi guardando un cuoco non vedremo mai un “operaio di cucina”, quello che avremo davanti è un creativo dalle mille capacità e impegnato nel difficile ruolo di farci spuntare un sorriso ad ogni boccone. La scelta di aprire un ristorante in proprio è quindi solo una scelta per chi ha lo stimolo e le capacità di spingersi anche in altri ambiti, tra cui fondamentali quelli dell’amministrazione economica e del marketing. O magari è un vero sognatore che immagina che per gustare una pietanza “tutto” rivesta un ruolo importante e vuole curare ambiente e servizio in modo personalizzato.

 

STIMOLI VERSO UN FUTURO DI GUSTO

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E’ evidente che questa onda è ben lungi dal frenare la sua prepotente ascesa, tutte le statistiche parlano di un nuovo bum che raggiungerà il suo picco nel 2017/2018 quando il cuoco professionista sarà la professione più richiesta al mondo. Scusate se siamo di parte ma noi ce lo auguriamo vivamente, perchè nella società del futuro che sogniamo c’è sicuramente più posto un cuoco che per un avvocato o un bancario.
Un nostro personale augurio di una prospera carriera a tutti i nuovi aspiranti cuochi professionisti.