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Il Personal Chef è una figura professionale altamente richiesta all’estero, che inizia a trovare mercato anche in Italia. Questo professionista è un sarto del gusto: creatività, competenza e ingegno lo guidano nella preparazione di pranzi, cene e brunch presso il domicilio del committente. Esplicita gusti, obiettivi ed esigenze.
Abbiamo intervistato Claudia Nocci, solare e dinamica Personal Chef che ha deciso di mettersi totalmente in gioco per inseguire le sue passioni e realizzare i suoi sogni.
Italiana, nel 2008 Claudia ha deciso di lasciare la sua terra, la Toscana, e volare in Inghilterra dove ha iniziato la sua scalata nel Gusto!
Oggi delizia i palati dei clienti di tutto il mondo con le sue creazioni di alto livello culinario, frutto di una riflessione e di una competenza sempre più apprezzata. I suoi piatti infatti parlano diverse lingue, ma la qualità, la creatività e la raffinatezza tipiche italiane sono quegli elementi immancabili che firmano e contraddistinguono le sue pietanze.
Quanto tempo fa è approdata a Londra e quale era il suo sogno nel cassetto?
C.N. Sono arrivata a Londra nel 2008 e con mio marito abbiamo aperto la nostra attività di catering, il nostro sogno nel cassetto!
Oggi è una Personal Chef nella metropoli più dinamica d’Europa. Come funziona la sua attività all’estero?
C.N. La professione di Personal Chef è molto alla moda negli USA ed è molto apprezzata e richiesta anche in UK.
Io lavoro come libera professionista e vengo contattata per cene o pranzi di Lavoro, occasioni speciali, Party stagionali, brunch, barbecue…o direttamente per cucinare per le famiglie.
Quali sono, secondo la sua esperienza, i vantaggi e gli svantaggi di questa professione?
C.N. Lavorare per i privati è totalmente diverso che lavorare in un ristorante quindi la dinamicità e flessibilità’ sono le parole chiave per questo ruolo. Parlare di vantaggi o di svantaggi è quindi molto soggettivo, dipende molto dal carattere dello Chef e dal Cliente.
Bisogna entrare in sintonia con il Cliente e capire subito cosa cerca in noi e quindi adattarsi alle sue richieste.
Per alcuni può essere uno svantaggio, sopratutto per chi è abituato al lavoro di routine ma per altri, che amano mettermi alla prova e sperimentare cose nuove, diventa un vantaggio.
E’ un tipo di lavoro molto imprevedibile.
Non sai mai chi incontrerai; quindi bisogna sempre essere al top e pronti con il piano di riserva.
Come si fa a farsi conoscere in un mercato così vasto come quello di Londra?
C.N. Per poter svolgere la Professione di Personal Chef a Londra è necessario affiancarsi ad Agenzie specializzate per Personal Chef e Private Household, così come network e piattaforme on line.
Cosa cerca l’inglese? La qualità degli ingredienti, la tradizione italiana o entrambi?
C.N. Le posso garantire che trovare Inglesi a Londra non è così scontato. Questa città è talmente internazionale che forse il 10% dei miei clienti è inglese e per il resto provengono da ogni parte del mondo.
Per quel 10% posso dire che il Cliente Inglese ama le cose semplici, ma e’ molto pignolo in termini di orario e di menu, quindi se la cena è prevista per le 20:00, la puntualità è d’obbligo.
Sono molto curiosi sulla storia dei piatti serviti, ma anche interessatissimi in “How you made it” che vuol dire come lo hai fatto ed in questo la capacità espressiva di noi italiani fa la differenza!
La qualita’ deve essere al top ed i prodotti solo Organici e di prima scelta.
La tradizione Italiana è sempre molto apprezzata e gradita, ma non è l’unica. Certamente posso affermare che è sempre di moda.
Che tipo di cucina propone?
C.N. Il mio punto di forza naturalmente è la cucina Italiana, ma occorre anche allargare il proprio repertorio ad altre culture e stili, per questo propongo piatti di altri tipi di cucina tra i quali: Russa, Americana, Inglese, Orientale (Giapponese, Thai, un po’ di cinese), Mediterranea, Greca.
Importantissimo è seguire i trend come ad esempio: cucina vegetariana, diete per intolleranze ed allergie (Gluten free, wheat free, dairy free, ecc) e la Dieta Paleo che adesso è una delle cucine più in voga a Londra.
Quali sono i piatti della cucina italiana preferiti dai londinesi?
C.N. Le lasagne rimangono al primo posto e spesso per la sua leggerezza preferiscono più una lasagna al pesto, piuttosto che quella tradizionale.
Adorano i latticini ed i formaggi, quindi la mozzarella di bufala o la burrata sono le regine delle capresi.
Amano moltissimo i nostri dessert ed i semifreddi ed il tiramisù sono sicuramente al primo posto.
Dove acquista a Londra gli ingredienti per i suoi menù?
C.N. Una delle cose più fantastiche di questa città è il servizio di shopping On Line, dove puoi scegliere quello che ti serve e ti viene consegnato direttamente in cucina!
Ci sono inoltre molti siti Italiani con prodotti freschissimi e di ottima qualità.
Praticamente si può trovare di tutto, dalle Cipolle di Tropea all’Olio Toscano.
Si avvale di collaboratori o fa tutto da sola?
C.N. Dipende dal tipo di evento, in situazioni informali fino ad un max di 8/10 persone posso farcela da sola, se invece sono formali allora anche se sono solo 2 persone mi avvalgo dell’aiuto di cameriere/i. Se l’occasione è più grande ho qualcuno che mi aiuta in cucina ed in sala.
Qual’è la richiesta di piatti più frequente e quella più bizzarra che ha ricevuto?
C.N. La più frequente è senza dubbio una buona selezione di stuzzichini per l’aperitivo basata su verdure, così da non appesantire gli ospiti. La richiesta più bizzarra che mi è stata avanzata?… Cucinare 11 kg di Tacchino per il giorno di Natale per 16 persone, letteralmente pressato dentro ad un piccolo forno a legna in giardino, sotto la pioggia a causa di un blackout. Il resto del pranzo cucinato con fornellini da campeggio. Penso il più buon tacchino che abbia mai cucinato!!!
Qual è lo Chef italiano che ammira di più? E quello inglese? Perchè?
C.N. Più che uno Chef è un artista della pasticceria!
Si chiama Rossano Vinciarelli ed ha vinto il campionato del mondo di pasticceria lo scorso Novembre in Lussemburgo.
Sinceramente non c’è uno Chef Italiano o Inglese che seguo assiduamente, me ne piacciono molti e prendo spunto da loro, ma nessuno in particolare.
Quale è la sua prossima meta?
C.N. Mi piacerebbe scrivere un libro sulla mia esperienza come Personal Chef, chissà.. si vedrà!
Consiglierebbe ad un giovane Chef o Cuoco italiano di intraprendere la sua stessa avventura?
C.N. Lo consiglierei al 100%. Sono molte le opportunità che un giovane Chef ha per girare il mondo lavorando, arricchendo il suo bagaglio culturale e incontrare persone veramente interessanti.
Ha dei suggerimenti da condividere con chi oggi vorrebbe intraprendere la sua stessa attività all’estero?
C.N. Determinazione, Professionalità e Flessibilità sono un ottimo punto di partenza, il tutto condito (scusate l’espressione!) con la voglia di imparare piatti nuovi e l’umiltà nell’affrontare nuove esperienze.
Ringraziamo la Personal Chef Claudia Nocci per il prezioso contributo, augurandole un futuro alle vette del Gusto!